Filari di Luce

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a cura di Ermanno Tedeschi

8 marzo 2017
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Per il terzo anno, con grande piacere, ritorno nelle cantine dei Poderi Gagliardo per continuare a coltivare l’idea che il vino è arte e massima espressione della natura e del lavoro dell’uomo, ed è quindi naturale il suo matrimonio con le opere di artisti che esprimono il concetto di umanità e di legame con il territorio .

Nasce così la mostra”Filari di Luce” in cui s’intersecano virtualmente i fili utilizzati da Dado Schapira con il legno e l’acciaio riflettente di Daniele Basso, creando un nesso metaforico tra i fili nelle vigne e le botti d’acciaio e legno in cui si conserva il vino.

Dado e Daniele due artisti ma anche due poeti attratti dal continuo desiderio di conoscere, curiosare, apprendere e approfondire le pieghe dell’animo umano e l’intreccio dei fili dei sentimenti che animano e scuotono la vita di tutti noi.

L’atto di intrecciare i fili mette in gioco i simboli esistenziali consentendoci di ripercorrere la storia dell’uomo e del mito; un’insieme di forme e metafore che trovano nel filo la loro genesi, l’emblema grazie al quale sembrano congiungersi tutti gli aspetti dell’esistenza. Una vita può essere tale solo se vissuta, mossa nelle linee perpendicolari ed orizzontali così come lo sono anche i magici rami dei vigneti delle Langhe.

La vita non è solo sinonimo di filo ma anche di libro, un’unione perfetta che si trova nei lavori di Dado Schapira ed in quelli di Daniele Basso con le sue opere che ci trasportano in un viaggio attraverso alcuni temi fondanti dell’uomo e della vita messi in relazione alla natura ed all’ambiente rurale del territorio di La Morra e del magistrale lavoro della famiglia Gagliardo. Nel nostro viaggio in cantina troviamo una riflessione di Basso in tre parti sul ciclo della vita che dalla femminile bellezza di “Les Plis De La Vie“, anche metafora del cambiamento unica costante della vita come del susseguirsi delle stagioni tra i filari di vite, si passa a riflettere sulla grandezza della “Maternità” nel passaggio dalla dimensione di figlio a quella di genitore, per finire nell’opera “Bimbo“, con l’affrontare il tema della giovinezza prima anagrafica, e poi mentale e spirituale.

Scendendo nel percorso della mostra incontriamo i due artisti insieme in una nicchia, dove le opere dialogano tra di loro. Daniele ci porta nella dimensione intima del progetto “Vertical Reflection” e nella cantina più umida e nascosta incontriamo il suo “Aureo Junior”, un rarissimo uccello pennino metafora assoluta della libertà di espressione.

Non si possono infine non citare tre opere significative di Schapira che sono: “Le sette virtù“, “Alla ricerca del tempo perduto“, “Le Flors de la vie” e naturalmente alcune opere realizzate con il pensiero rivolto al territorio langarolo.

Un grazie di cuore agli artisti, ma anche alla famiglia Gagliardo, che ci permettono con le loro opere di vivere un’esperienza unica, caratterizzata dalle bellezze della natura e illuminate dalla luce delle opere di Daniele e dalla complessità dell’animo umano rappresentata dal mondo dei fili e dei libri di Dado.

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